La mitica figura del malgaro, a cavallo tra tradizione e futuro della montagna
Visti dalla comoda vita del fondovalle, i malgari che trascorrono l’estate nella maestosa grandezza dei nostri alpeggi sono figure quasi mitiche. La loro è una vita dura, con sveglie antelucane, grandi fatiche e lontananza da tutto e da tutti. Eppure in pochi possono dire di vivere una vita altrettanto piena, ricca di senso, emozione e serenità. L’alpeggio che i nostri malgari praticano ai piedi delle vette è un esempio straordinario di gestione responsabile della zootecnia e di cura costante del paesaggio montano.
Saper scegliere il prato più adatto
Camminando in montagna, tra i boschi e i pascoli di Primiero, è facile immergersi nei profumi incredibili e nella freschezza della natura circostante. Più il bestiame mangia bene, più il latte prodotto sarà profumato e di qualità. E di conseguenza anche i formaggi avranno un sapore più fine e pregiato, grazie alla ricchezza floristica dei prati d'altura. Nell’alpeggio le vacche si muovono libere, ma sono i malgari che le guidano, portandole nei luoghi più adatti e controllando che la presenza degli animali al pascolo non comprometta i delicati ecosistemi dei prati polifiti.

Un lavoro duro ma ricco di soddisfazione
Tecnicamente il malgaro è il guardiano del bestiame che pascola negli alpeggi. Nella realtà dei fatti il suo è un lavoro molto più complesso, scandito dai ritmi di vita degli animali stessi, che inizia alle quattro del mattino a prescindere dalle condizioni meteorologiche. Il malgaro nutre, controlla e infine munge le mucche. Poi si occupa di tutte le attività legate alla gestione della malga: dalla pulizia dei macchinari, delle stalle e degli altri ambienti, alla manutenzione degli edifici, alla gestione dei materiali e alla fornitura di servizi ai visitatori. Infine, si dedica alla gestione del pascolo, che consiste nella pulizia, falciatura ed estirpazione delle erbe nocive. Levatacce e sacrifici vengono ripagati però dalla qualità dei prodotti caseari che noi del Caseificio produciamo con il latte raccolto quotidianamente in tutte le malghe. Sono formaggi buonissimi, che profumano di erbe e fiori montani.

La vita in alpeggio, a diretto contatto con l’ambiente
Ma chi sono i malgari? Per la maggior parte sono persone legate all’allevamento, che si spostano in malga nel periodo estivo, spesso con tutta la famiglia. Ci sono poi dei giovani, che scelgono di fare la “stagione” in montagna come alternativa ai lavori stagionali in fondovalle. Una cosa comune a tutti i malgari, uomini e donne, è la passione per la vita in alpeggio, dove l’aria è sottile e la giornata inizia prima dell’alba e termina al calar del sole. I malgari hanno un rapporto speciale con gli animali - a partire dal cane, alleato fondamentale per muoversi nei pascoli - e sanno rapportarsi con attenzione e sensibilità a ogni singolo individuo della mandria loro affidata.

La produzione di formaggi e burro con latte di malga
In Primiero la produzione casearia è tutta concentrata nel nostro Caseificio, di cui sono soci gli allevatori del territorio. Nel periodo estivo, con il latte delle malghe produciamo tre autentiche eccellenze casearie, ovvero il Primiero Stagionato da latte di malga, il Trentingrana con latte d’alpeggio e il Puzzone di Moena di Malga. Tre formaggi dalle caratteristiche qualitative inimitabili e inconfondibili. Da una quindicina d’anni inoltre, grazie alla collaborazione con Slow Food, si è aggiunta un’altra eccellenza: è il Botìro, il mitico burro di malga, apprezzato fin da tempi della Serenissima, la cui produzione era quasi scomparsa.
In Primiero il malgaro è il prezioso custode di una filiera legata profondamente al territorio. Al tempo stesso, grazie anche alla collaborazione con il nostro Caseificio e con gli esperti della Fondazione Mach, è il guardiano delle praterie alpine, sempre attento a preservarne l’integrità. È grazie a lui se i nostri alpeggi avranno ancora un futuro.

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