Rosetta, il formaggio che ci fa sognare le nostre montagne
Qui nelle nostre valli il rosa è di casa. Ci è così familiare che gli abbiamo pure dato un nome: enrosadira. Sapete cos’è? È il fenomeno delle Dolomiti che diventano rosa all’alba e al tramonto. Uno spettacolo veramente unico! C’è poi il Rosetta, che è una delle cime più amate e conosciute delle Pale di San Martino. Ogni volta che la ammiriamo ci pervade un sentimento di morbida dolcezza, che tanto assomiglia alla nostalgia.
Dolce, morbido e delicato: per questo piace a tutti
Ci siamo detti: e se gli dedicassimo un formaggio, a cima Rosetta? I legami con la terra, in fondo, sono fatti anche di gesti semplici e di memorie condivise: come assaggiare un formaggio morbido e profumato il cui nome evoca magici panorami e indimenticabili montagne. Ovviamente ci abbiamo pensato bene prima di decidere quale formaggio battezzare... Ma alla fine abbiamo fatto la scelta giusta: il nostro formaggio Rosetta saprà conquistarvi con il suo sapore bilanciato, dolce e delicato, accompagnato da una leggera punta di gradevole sapidità, che lo rende particolarmente apprezzato sia dagli adulti che dai bambini. Con il Rosetta porterete a casa il sapore delle Dolomiti, e siamo sicuri che questa specialità saprà stupirvi, non solo gustata al taglio, ma anche come ingrediente per esaltare le vostre ricette più creative.
Vi raccontiamo come nasce un grande formaggio
Il Rosetta appartiene alla famiglia dei formaggi pressati, una lavorazione tipica delle produzioni alpine. La forma è cilindrica e piuttosto grande (12 kg), con crosta sottile, flessibile e di colore giallo-ocra. La pasta risulta morbida ed elastica, di colore bianco-giallo chiaro, con occhiatura sparsa e irregolare. Abbiamo avuto il piacere di assistere alla lavorazione e vi garantiamo che è stato molto interessante. Proviamo a raccontarvi cos’abbiamo visto. Siamo partiti la mattina con il latte appena conferito. La prima lavorazione è stata la pastorizzazione. Poi siamo passati al riscaldamento in caldaia per ottenere la coagulazione. Sono seguiti l’aggiunta del lattoinnesto e del caglio. Dopodiché c’è stata la fase in cui il casaro ha dato il meglio di sé: la spinatura o rottura della cagliata. 10-15 minuti di cottura e circa altrettanti di giacenza in caldaia. Quindi un altro passaggio a cui è stato bello assistere: l’estrazione della cagliata dalla caldaia, la salatura in pasta e la messa in fascera. A questo punto il formaggio ha preso la sua forma e siamo passati alla fase della pressatura, con 3-4 rivoltamenti. L’applicazione della fascera con il marchio ha chiuso la giornata. Ma il processo non è finito qui. Ci sono voluti infatti 2 giorni di bagno nel salatoio e infine abbiamo visto le forme entrare in magazzino per la stagionatura, che può durare da 1 a 6 mesi.
Preparatevi a gustarlo
Volevamo riportarvi l’analisi tecnica degli assaggiatori ufficiali. Ma abbiamo preferito aspettare, per non condizionarvi. E anzi, ci piacerebbe sapere cosa provate voi, gustando questo meraviglioso prodotto. Sappiate solo una cosa, molto importante: nell’assaggio si attivano tutti e cinque i sensi! Il primo è la vista, che ha il magico potere di risvegliare la memoria olfattiva. Il secondo è l’udito, anche se è il meno coinvolto. Il terzo sono le sensazioni tattili, che sono nelle mani ma anche in bocca. Il quarto è l’odorato, importantissimo per il formaggio. Il quinto è il gusto che recepiamo attraverso la lingua, la cavità retro-nasale e le terminazioni del nervo trigemino, sempre in bocca. Assaporando il Rosetta, pertanto, fidatevi di tutti i vostri sensi. Vedrete che non si sbagliano!
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