Mezzano di Primiero: uno dei borghi più belli d’Italia
Ormai l’avrete capito: quando si parla di Primiero l’indice del nostro buonumore sale ai massimi livelli. Perché della nostra valle siamo proprio innamorati e per noi sarà sempre la più bella di tutto l’arco alpino. In Primiero poi c’è il paese in cui ha sede il nostro Caseificio… Si chiama Mezzano e, come per tutto ciò che riguarda il nostro territorio, ci risulta difficile definirlo con obiettività! Ma per vostra fortuna ci viene in soccorso l’Associazione dei Borghi più belli d’Italia, istituita una ventina d’anni fa su impulso dell’ANCI, organizzazione a cui fanno capo tutti i Comuni italiani. Bene, nel 2010 Mezzano è entrato a far parte del prestigioso club dei borghi premiati, divenendo meta di un turismo entusiasta di poter scoprire le preziose piccole perle del Belpaese.
Un paese in cui il passato si può ancora toccare con mano
Mezzano è uno scrigno antico in cui si può ammirare la tipica architettura rurale della nostra valle e una infinità di piccoli scorci che, messi assieme, ne fanno qualcosa di veramente grande. Forte dello stupefacente fondale delle Pale di San Martino, questo piccolo borgo manda in scena uno spettacolo unico, di quelli che letteralmente
ti incantano. Il passato qui non si limita a sopravvivere… è vivo, presente. Lo respiri nelle antiche case contadine in legno e pietra, che a volte formano un tutt’uno con la stalla e il fienile, nel campanile di San Giorgio con la cuspide a cipolla, come in Tirolo, nelle vivaci piazze rallegrate dalle fontane, nelle strette stradine che nel dialetto locale si chiamano “canisèle”. I restauri hanno preservato questa atmosfera romantica. E anche gli edifici più recenti non sembrano corpi estranei, perché sono costruiti rispettando l’armonia generale. A Mezzano si cammina tranquilli e si rimane affascinati dagli affreschi sulle facciate delle abitazioni, dalle Madonne agli angoli delle vie, dalle croci, dai capitelli, dai lavatoi e, soprattutto dai quasi quattrocento orti. Ci si coltivano ortaggi e alberi da frutto e grazie a loro ogni famiglia può fare tesoro dei frutti della terra. Sorprendenti poi sono i fiori che vi crescono! Se ne vedono di tantissime varietà, a testimonianza che quelli di Mezzano, più che orti, sono orti-giardino in cui accanto alla biodiversità si coltiva la bellezza.
Bellissimo il percorso alla scoperta dei luoghi legati all’acqua
All’acqua Mezzano ha dedicato un itinerario assolutamente da non perdere. Si parte con la scoperta delle cinque fontane, collocate alla confluenza di più strade, dove servivano per l’approvvigionamento di acqua ad uso domestico e per l’abbeveraggio degli animali. Si passa poi ai lavatoi e alle lisiere, che sono locali in cui si produceva la “lisia” per il bucato. Si visitano quindi le roste, cioè i canali di irrigazione, con i resti dei mulini e delle segherie. E infine si scoprono gli stoli, lunghe gallerie che portavano l’acqua alle fontane. Sul percorso si trova la storica “Lisiera dei Cosneri”, unica in tutto il Trentino ad essere tutelata dalle Belle Arti. Quando si lavavano le lenzuola, nel mese di
marzo, si lasciavano immerse nella lisia calda per tutta notte e poi alla mattina si tornava per sciacquarle.
Cataste e canzei, una forma d’arte che si trova solo a Mezzano
Mezzano sta diventando famosa per una mostra artistica, divenuta permanente dal 2010. Si tratta di una forma d’arte tanto semplice quanto unica. Stiamo parlando di “Cataste e Canzei”. Sono installazioni che reinterpretano l’antico rito dell’accatastamento della legna. Una singolare iniziativa che ogni anno richiama artisti affermati e studenti delle scuole d’arte perché realizzino le loro opere. Ecco allora la fisarmonica che pare una stella, la clessidra
chiusa tra sole e luna, la grande parete che ricorda l’alluvione che colpì il paese nel 1966. E ancora la cornucopia, gli uomini intenti a tagliare l’albero e la catasta instabile che cede a un coreografico crollo. Un dono quello dei canzei, come si chiamano le cataste nel dialetto locale, che si rinnova e trasforma nel tempo, facendo di Mezzano uno straordinario museo sotto il cielo che val la pena visitare e rivisitare all’infinito. Attualmente le opere esposte sono 32.
La sedia rossa che rende unica l’esperienza della visita
Come se non bastasse tutta questa bellezza, a Mezzano è nata un’altra iniziativa molto originale. È la sedia rossa che compare a sorpresa durante i fine settimana, a partire dal 12 giugno, negli angoli più suggestivi del paese. Se la trovate, basta che suoniate la campanella appoggiata al suo sedile e una persona del paese arriva per rispondere alle domande, dare informazioni, raccontare la storia del borgo, svelare curiosità e aneddoti, indicarvi dove poter trovare prodotti tipici e
lavorazioni artigianali, dove dormire e mangiare, i sentieri da percorrere per salire a malghe e rifugi, le attività sportive e l’animazione per i bambini… È una bellissima iniziativa, che rende ancor più speciale l’esperienza della visita a questo borgo fra i più belli d’Italia!
Altri luoghi da non perdere…
Ma di cose da vedere, ce ne sono ancora tante. Partiamo dalla Casa Museo “Tabià del Rico”. In questo antico fienile ristrutturato, Mary Orler Orsingher ha creato il suo piccolo mondo antico, mettendo insieme strumenti di lavoro antichi, attrezzi, oggetti per la casa, costumi e corredi sottratti alla polvere e riconsegnati alla memoria. Un altro fiore all’occhiello di Mezzano è il Tabià del “Checo” che ospita, al piano terra, la vetrina delle eccellenze del paese, mentre il piano superiore è dedicato a piccoli incontri e momenti di rappresentanza. A creare autentici capolavori in legno ci pensano gli scultori Renzo e Silvano Zeni. Una volta entrati nel loro negozio si può ammirare lo scultore di turno all’opera. Anche Gianluigi, figlio di Renzo, è un artista del
legno. Nel suo atelier, situato vicino al negozio, sono esposte alcune delle sue opere più significative. Poco distante c’è l’Artelér di Lucia Trotter, che assieme alla figlia stilista Carmen ed alla cognata Teresita portano avanti la tradizione tessile di otto generazioni. Nel laboratorio sono ancora in uso gli antichi telai di famiglia con cui vengono tra l’altro realizzati i pregiati damaschi double-face con disegni che risalgono all’impero austroungarico. Ma non si può lasciare Mezzano senza aver fatto una visita a Fabio Simoni e Nicola Simion, che nel 2012 hanno fondato il birrificio artigianale Bionoc, uno fra i più apprezzati d’Italia. Le materie prime sono tutte locali e per questo si definiscono “Agribirrificio delle Dolomiti”.
Concludiamo con un breve cenno a noi. Nel Comune di Mezzano, lungo la statale che porta a Fiera e a San Martino di Castrozza, c’è il nostro fornitissimo punto vendita. Volete visitare Mezzano e non venirci a trovare? Pensate veramente di resistere alla tentazione di acquistare qualche formaggio della tradizione casearia primierotta insieme alle tante specialità del territorio che abbiamo in esposizione? Vi aspettiamo.
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